VORREI ESSERE PIU’ SICURA!

“Vorrei diventare una persona più sicura, migliore di come sono.

Mi piacerebbe parlare in pubblico senza tanti patemi.

Vorrei non essere sempre in ansia quando devo prendere decisioni, vorrei non avere sempre quella sensazione di sbagliare.”

Mi capita molto spesso di ascoltare queste frasi nel mio lavoro.

Direi che acquisire più sicurezza in se stessi è la cosa che più mi viene chiesta dai clienti.

Siamo perseguitati da questa mania di confronto tra noi e gli altri o tra noi ed un’immagine ideale che abbiamo di noi.

In natura non esiste il confronto (pensa se un cane si paragonasse ad un gatto o ad un altro cane) perché esiste la BIODIVERSITA’ che è un valore che però noi esseri umani non consideriamo.

Fin da piccoli ci abituano al confronto.

Il confronto ti fa vivere con il senso di paura di trovare sempre qualcuno meglio di te e quindi, oltre a non esistere in natura, ti fa stare anche male.

Da dove arriva l’insicurezza? Spesso mi capita di ascoltare frasi del tipo : “Sono sempre stata insicura.”

Per poter affermare una frase del genere, tra l’altro pronunciata in maniera tutt’altro che insicura, vuol dire che qualcuno deve averti giudicato insicura più volte.

Non nasciamo insicuri bensì impari ad esserlo!

Un bambino quando impara a camminare o a parlare non è insicuro, mentre impara a conoscere il mondo non è insicuro.

Può capitare quindi che ti creino una realtà, in famiglia o a scuola, in cui tu sei insicura.

Quante volte i genitori parlano dei loro figli ad altri adulti in loro presenza quasi come se non fossero presenti.

I bambini assorbono le parole e gli atteggiamenti dei genitori.

Se per anni quindi sei stata insicura non puoi pretendere di tornare ad essere la persona sicura che eri in un batter d’occhio.

Sarebbe come pretendere di correre 10 Km senza aver mai fatto attività fisica.

Non è quello che dobbiamo fare che cambia le cose ma è quello che facciamo.

Se vuoi essere diversa da ciò che sei è necessario un lavoro.

A volte ascolto frasi come “ Sono una persona insensibile, rigida, abitudinaria…”

Esistono diversi modi per cambiare queste situazione, esistono diversi strumenti per aprire il nostro cuore, ma non li usiamo e questo aumenta il senso di frustrazione perché ti continui a sentire inadeguata perché non ci riesci.

E’ un allenamento continuo e costante.

Ogni lavoro inizia con la CONSAPEVOLEZZA.

Anche quando pensiamo: “Come faccio a far capire a mio marito che dovrebbe cambiare? Che non dovrebbe sgridare i figli?”

Non possiamo cambiare nessuno ma possiamo mostrare una realtà e favorire la consapevolezza in lui/lei e l’unico modo per farlo davvero è essere più consapevoli.

Il guardiano del cuore

In questo articolo vorrei dedicare spazio ad una parte del nostro corpo fondamentale su cui nessuno si sofferma: il pericardio.

Perché scegliere di trattare un argomento di anatomia se mi occupo di relazioni umane? Esistono molte connessioni tra materie che a scuola ci abituano a separare.

Che cosa intendo?

Partiamo dalla presentazione del pericardio.

Che cos’è il pericardio?

E’ una sorta di sacco fibroso che protegge il nostro cuore che ha lo scopo di evitare che il cuore si dilati eccessivamente ma anche che si comprima troppo, funziona un po’ come un guanto.

Possiamo immaginare il pericardio come un cocchiere che guida i cavalli con le redini, infatti per ogni cerniera vertebrale esistono dei tendini collegati al pericardio.

Cosa accade quindi quando il pericardio si comprime?

A seconda dei fili che tira, gli organi collegati ai nervi spinali, ne risentono a livello funzionale.

Quindi se il pericardio lascia morbide le redini, gli organi funzionano bene, se però accade che tira, l’organo si blocca e funziona male.

I collegamenti con il pericardio arrivano anche dentro al nostro cervello, fino ad arrivare a influire sull’ipofisi, talamo, epifisi e ipotalamo.

Quando il pericardio tira le redini?

Il compito del pericardio è quello di proteggere il cuore dagli attacchi emozionali.

Mantenere il cuore tranquillo.

Oggi sappiamo che qualunque stress emozionale va toccare il pericardio.

Il pericardio come tutte le cellule hanno una memoria e quindi gli stress emozionali che si ripetono creano una disfunzione nel tempo.

Ad esempio, l’apparato digerente non funziona bene se il pericardio tira i tendini della bocca dello stomaco.

Seguire un’alimentazione equilibrata è importante ma non possiamo trascurare la nostra affettività.

Il nostro stato emotivo influenza la nostra fisiologia.

In natura tutto è in equilibrio (né troppo, né troppo poco).

Se il mio stato emotivo non è sano e agisce sul pericardio, questo contraendosi frena le funzioni dell’apparato digerente e io starò male anche seguendo una dieta sana.

Se ho un’affettività sana ma mangio male la mia fisiologia ne pagherà comunque le conseguenze.

La soluzione sta nella giusta misura.

Tutte le volte che usciamo dalla giusta misura entriamo in loop che non si aggiustano, se entro in stress emotivo entro in un circuito in cui poi occorreranno i farmaci che a loro volta mi procureranno danni fisiologici.

Qualunque patologia degli affetti si ripercuote sulla tensione del pericardio che diventa un accumulatore di malattie.

Bibliografia:

Viva il pericardio libero. Viva la vita! Gascon Montserrat